Google Buy Button: asso pigliatutto dell’e-commerce?
Secondo un recente report del Wall Street Journal (da prendere con le pinze, in quanto anonimo), Google starebbe valutando la possibilità di inserire nelle pagine dei risultati di ricerca organica (SERP) un pulsante “Buy button“. Attraverso questo pulsante, gli utenti verranno portati direttamente a pagine prodotto dedicate e personalizzate dal venditore, anche se comunque facenti parte dell’archittettura del colosso dei motori di ricerca.
La prima domanda che sorge spontanea ovviamente è: perchè? Uno dei motivi principali è sicuramente lo spostamento del traffico internet sempre più verso il mobile (e qui ne abbiamo parlato più e più volte, no?). Tanti utenti navigano utilizzando i propri smartphone, fanno ricerche e… vorrebbero comprare. Lo spazio limitato a disposizione sugli schermi dei dispositivi mobile poco si presta ad essere tappezzato da annunci sponsorizzati, remarketing e altre simpatiche trovate di web marketing tanto care a Google. E gli utenti sono ormai viziati dalle funzionalità di e-commerce, quali E-bay o Amazon, che avendo memorizzati dati di pagamento e spedizione consentono acquisti ad una velocità – e sicurezza – difficilmente replicabili dal solito percorso ricerca–risultato–carrello–checkout.
Facendo proprie queste modalità di acquisto one-click, Google potrebbe quindi entrare nell’arena dei grandi Market-Place (Amazon, Alibaba, E-bay…), calando per l’ennesima volta l’asso pigliatutto del proprio database ricerche ampio quanto la Morte Nera. Senza dimenticare quanto, per una grande maggioranza di utenti, Google sia sinonimo di Internet: si pensi solo a quanti browser hanno come pagina iniziale il famoso motore di ricerca… cosa accadrà quando questa pagina diventerà anche un vero e proprio gateway di acquisto?
I venditori – in un primo, sperimentale, momento solo su territorio USA – potrebbero essere giustamente preoccupati da questa mossa. Il rischio è quello di passare da commerciante online a mero spedizioniere/magazziniere per un market-place enorme e anonimo. E Google è consapevole di questo potenziale timore dei venditori: sempre secondo la fonte anonima del WSJ, sarà possibile bypassare la pagina di Buy di Google, che sarà comunque pesantemente personalizzabile a livello grafico e di design, e portare l’utente direttamente al proprio sito.
Restano ancora da definire le modalità di pagamento disponibili e se il servizio richiederà il pagamento di una commissione. Quello che già si sa è che alcuni colossi dello shopping (quali ad esempio Macy’s) hanno già dato l’okay per aderire alla sperimentazione.
In fin dei conti, dimensioni a parte (!), l’iniziativa di Google non è molto differente dall’Acquista Ora di Facebook for Business o del pulsante Buy di Twitter. Ci siamo già passati. Quello che accomunerà tutti questi strumenti, e i molti altri che seguiranno, saranno le strategie che i venditori online dovranno probabilmente mettere in campo:
- avere una personalità distinta anche all’interno di enormi market-place globali, dando rilievo al proprio brand e alla propria tipicità;
- preservare il rapporto con il cliente, attraverso comunicazione mirata e una profilazione che permetta di prevederne i bisogni
Strategie che, per forza di cose, dovranno unire gli aspetti puramente marketing con le prossime innovazioni tecniche. Chi vivrà…