Meet Magento 2016… ecco le nostre impressioni “business”
Abbiamo partecipato in veste di visitatori al Meet Magento 2016, l’evento dedicato alla community e-Commerce di Magento, che si è tenuto lo scorso 3 e 4 marzo a Milano.
Ecco le nostre impressioni e gli spunti che più ci hanno colpito degli speech di carattere Business.
La giornata di giovedì 3 marzo inizia all’alba sotto una fitta pioggia mista grandine. Non di grande auspicio. Il treno delle 5:40 parte in orario da Treviso e il viaggio si svolge senza intoppi e alle 9:30, dopo esserci registrati presso l’hotel, eccoci approdare a Milano al Meet Magento 2016.
L’impressione è da subito positiva. Ottima organizzazione, tanto materiale informativo e tanti bei gadget ci vengono dati in fase di registrazione e durante la prima visita ai corner degli espositori.
Alle 10:00 il Meet Magento ha ufficialmente inizio. Diego Semenzato presenta i numeri della terza edizione e sono davvero eccezionali, con oltre 460 partecipanti e 39 speech divisi tra percorso “business” e “tech”. A proposito, per tutte le novità di carattere tecnico seguirà a breve post del nostro Marco Dionisio.
Nota di costume: per quanto si sia oggi nel 2016 e al cospetto di fior fiori di developer, le presentazioni e slide dei vari speech presentano sempre qualche problema in fase di avvio. Alternative a PowerPoint?! ; )
Ben Marks accende l’entusiasmo generale per Magento 2 svelando, e al tempo stesso non svelando, molti particolari quindi veloce coffee break e via a parlare di PayPal the New Money! con i suoi 179 ml di account attivi, gli oltre 282 bilioni di dollari di transato e la presenza in 203 mercati PayPal è e resta il più grande player per le transazioni online.
Si stima che entro il 2020 saranno 50 milioni i dispositivi connessi e che oltre 1.5 miliardi di transazioni avverranno da mobile. Questo vuol dire nuove opportunità per tutti, ma anche molti più rischi. Le altre novità sono Braintree, il modo più semplice per accettare pagamenti on-line e su mobile app, l’express check out faster e il One Touch Pay.
Tra i dati snocciolati durante lo speech spicca quello legato al fenomeno dell’80% di carrelli abbandonati e quello che l’86% di utenti cinesi nel 2015 ha acquistato almeno una volta da smartphone. Qui ce n’è da riflettere per tutti su ambo i dati.
Immagino interessi molti sapere quale sia il valore degli acquisti e-Commerce effettuati da consumatori italiani dal 2009 al 2015. Il grafico qui sopra (per quanto di qualità discutibile) conferma la continua crescita in tal senso e registra proprio nel 2015 il suo picco più alto. Ottime quindi le aspettative per il 2016 in corso.
Molti gli spunti di riflessione emersi in seguito allo speech di ContactLab e le experience nel mondo del luxury per sfruttare al meglio i form di registrazione, le welcome e-mail le e-mail series e le thank you page spesso sottovalutate.
Ricordiamoci poi che i canali di vendita non devono essere percepiti come separati.
Questo tema è stato toccato anche il giorno successivo, durante l’intervento case-study di Tania Grigolo di AW Lab, dove si è parlato di approccio cross-canale per trattare al meglio con i clienti fidelizzati, promuovere verso gli utenti degli store fisici l’esistenza dello store online e viceversa, promuovere il ritiro in store, mostrare (se possibile) la disponibilità dei prodotti nei negozi in tempo reale, non essere avari di consigli su prodotti della famiglia, fornire informazioni sugli orari e info dei negozi e sfruttare lo shop by look in fase di acquisto. Un sacco di spunti!
Altra e-mail transazionale spesso non sfruttata, o addirittura inesistente, è quella di conferma avvenuta consegna … pensate che sfruttandola a dovere potremmo chiedere al cliente di recensire il nostro prodotto o avere feedback sull’esperienza di acquisto (per migliorare sempre il nostro servizio), fare product push su nuovi prodotti della stessa linea e via così.
Se poi ci occupiamo anche del packaging dei nostri prodotti cerchiamo di avere la stessa cura che abbiamo presso i nostri punti vendita e magari alleghiamo sempre un bigliettino di ringraziamento o un piccolo omaggio nel pacco. I clienti lo gradiranno di certo!
Il reso di un prodotto è cosa che nessuno vorrebbe mai si verificasse. Per rendere quel (inevitabile) momento il meno fastidioso possibile, e far si che il cliente resti tale magari acquistando nuovi prodotti nel prossimo futuro, alleghiamo opportuna documentazione nel pacco o indichiamo chiaramente nelle e-mail come reperire info ed effettuare magari la richiesta online.
Naturalmente giochiamoci al meglio l’e-mail di conferma reso e rimborso, auspicando di poter avere presto “l’occasione di averla ancora tra i nostri clienti”.
Dagli speech a seguire ecco alcuni altri spunti interessanti sui quali riflettere:
- Chiediamoci sempre cosa serve all’utente per scegliere un prodotto
- Le persone non solo cercano ma vogliono ispirazioni
- La perfezione è fatta di dettagli … non trascuriamo mai nulla!
Questa frase poi mi ha ispirato particolarmente e ci tengo a condividerla:
La conversione è il punto di convergenza tra gli obiettivi del consumatore e quelli del venditore
E per far convergere sempre di più consumatore e venditore ecco alcune regole d’oro da applicare:
- conoscere i mercati: vendere in Inghilterra non è come vendere in Italia
- conoscere il target: il nostro possibile cliente chi è?
- sapere come le persone si informano: se ci sono siti del settore capiamo come sfruttarli
- studiare i competitor: nel bene e nel male si posso trarre molti spunti
- raccontare i dettagli dei prodotti: non siate avari di informazioni
- trasmettere fiducia: questo è fondamentale quando si vende online è ed stato oggetto dibattuto molte volte al Meet Magento
- farli parlare di noi e del nostro prodotto: il passaparola (magari social) è fondamentale
Dicevamo fiducia: lo speech del Consorzio Netcomm di venerdì 4 marzo, anche se un po’ troppo incentrato sui propri “sigilli”, ha ribadito che indubbiamente la fiducia è l’elemento che incide di più durante il percorso di vendita online. Quanto questo possa poi contrastare, ad esempio, il fenomeno del cross-boarder (acquisto di prodotti in aree diverse da quelle di residenza) non è dato sapere, ma di certo verso molti siti e-commerce nostrani manca la percezione di sicurezza e fiducia.
Nell’immagine qui sopra (perdonate la qualità ma ho “preso in prestito” la slide con una foto) è interessante vedere quale sia la distribuzione della domanda per singoli comparti e quale il contributo alla crescita di ogni singolo comparto.
Interessanti anche gli spunti relativi al concetto di internazionalizzazione del proprio business. Cosa significa questo? Significa gestire al meglio i prezzi di vendita (anche differenti per paesi se occorre) e i costi di spedizione … naturalmente differenti per paese.
Chiudo (quasi) parlando di dynamic pricing … o meglio ne ha parlato XSellco, compagnia leader nel mondo del repricing su Amazon e delle strategie di prezzo, durante il proprio speech. Partiamo da un dato assodato: il prezzo (ovviamente) conta soprattutto quando si ha a che fare con Amazon e i diversi venditori. Ricordiamoci che il 52% degli acquirenti controlla il prezzo con comparatori e altri store prima di acquistare e quindi una corretta strategia di dynamic pricing e repricing aiuta sicuramente a contrastare le modifiche di prezzo dei competitor e altri venditori nei marketplace.
Ora davvero chiudo con l’ultimo spunto o meglio con un ultima domanda. Voi monitorate gli utenti del vostro sito? Si? E perché lo fate? Ovviamente per trarne un beneficio! Pensate quindi, se già non lo fate, alla Real Time Analytics. In tal senso esistono molteplici strumenti (Adobe Marketing Cloud, Kissmetrics e così via) e alcuni di essi non mancherò di approfondirli e magari ne parlerò più avanti tra queste pagine. Ricordate quindi: definiamo gli obiettivi, tracciamo delle metriche e agiamo!
Alla prossima